Sei personaggi in cerca d’autore

Sei personaggi in cerca d’autore [2011]

Sei personaggi in cerca d'autore

“Chi non ha mai visto i Sei Personaggi?
Chi non ne è rimasto sorpreso e affascinato la prima volta e poi l’ha voluto rivedere e poi di nuovo l’emozione è tornata?
(…) solamente vedendolo e rivedendolo lo spettatore potrà cogliere il fondo della sua misteriosa teatralità.”

Con queste parole Giulio Bosetti, grande interprete del teatro italiano, iniziava la “sua” presentazione del “suo” ultimo allestimento dei “Sei Personaggi”. Perché questa straordinaria opera teatrale, replicata migliaia di volte, esercita, a quasi un secolo dalla sua prima edizione, ancora intatto tutto il suo fascino?

In un teatro di prosa, alcuni attori diretti da un capocomico stanno provando una commedia.
Improvvisamente si presentano sei “personaggi” (Padre, madre, figlio, figliastra e due bambini) e il Padre spiega subito al direttore-capocomico che loro sono personaggi in carne e ossa, portatori di un doloroso dramma vissuto, e sono in cerca di un autore che voglia rappresentarlo.
La vicenda da narrare è semplice: Padre e Madre hanno avuto un figlio. Un giorno il padre si accorge che la moglie, di carattere affine a quello del suo segretario, potrebbe formare con lui una nuova famiglia e la spinge a farlo affidando in seguito l’unico figlio a una balia.
La donna ha ancora tre figli dal segretario ma, anni dopo, alla morte di quest’ultimo, la famiglia sprofonda nella miseria e la madre è costretta a lavorare come sarta da Madama Pace, la quale obbliga però la Figlia a prostituirsi.
E proprio nella “bottega” di Madama Pace che il Padre, in un “momento fugace e vergognoso della sua vita” (come lui stesso lo definisce) incontra la figliastra. E qui scoppia il dramma improvviso e potente in tutta la sua asprezza e intensità.
Il capocomico è dapprima disinteressato e innervosito poi, man mano che si va avanti nella storia, si fa più attento e accetta di fare rappresentare il dramma dai “suoi” attori.
La vicenda così entra ed esce continuamente dal palcoscenico mescolando finzione e realtà fino a che, nel tragico epilogo finale, la sventura abbattuta sui personaggi diventa atroce verità.
Nell’ultima parte dell’opera la contrapposizione tra realtà e finzione, espressa per mezzo degli attori, arriva così al limite del surreale.

Indiscusso esponente di punta del teatro italiano del ‘900 Pirandello ha svolto un importante ruolo di caposcuola descrivendo sul palco il contrasto fra la “realtà” vista al di fuori dagli altri e la continua “finzione” insita nel nostro comportamento in ragione della relazione con chi ci circonda.
Tra tutte le sue opere, infatti, spicca la trilogia del “teatro nel teatro”, composta da Sei personaggi in cerca d’autore (1921), Ciascuno a suo modo (1924), e Questa sera si recita a soggetto (1929) dove Pirandello compie, per primo, l’esperimento, poi ripreso da numerosi autori, di fondere in unica realtà attori e spettatori.
In questa commedia Pirandello di fatto non narra il dramma dei personaggi ma il loro tentativo di trovare un “autore” che lo rappresenti, che legittimi per ognuno la propria percezione degli avvenimenti.
I sei personaggi, infatti, incarnano ognuno una visione diversa della tragica vicenda perché ognuno di loro vive in modo diverso lo stesso dramma come ognuno di noi vive con una “sua” verità inconciliabile con quella degli altri e, come il Padre stesso sottolinea nel dialogo, agli altri spesso “inconfessabile”.

Informazioni:
Tipologia: dramma
Durata: 2 ore circa (esclusi intervalli)

 


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Photocredits Valentina Bestetti